In questa puntata ragiono sugli elementi di comunicazione che possono rendere umano il nostro marketing grazie ai contenuti.
In particolare analizzo la possibilità di umanizzare elementi apparentemente banali e inanimati del nostro lavoro quotidiano.
2:08 Perché umanizzare i contenuti?
6:04 Che cosa significa umanizzare i contenuti?
9:18 L’elemento principale: dare un nome
13:11 Come umanizzare i contenuti: altri 4 suggerimenti
21:59 Minuto Bordino
Gli esseri umani dietro ai contenuti
Dopo aver passato mezzo secolo a inseguire il mito della robotica, ci troviamo oggi a lottare per far comprendere ai clienti che interagiscono con i nostri contenuti online, che dietro a quelle parole ci sono dei “veri esseri umani”.
Ci teniamo a far sapere che siamo proprio noi a rispondere alla chat di assistenza o a scrivere gli articoli del blog e lo specifichiamo perché sappiamo bene quanto vale questo aspetto.
L’elemento umano è centrale perché rassicura il cliente, conferma che è proprio in quel posto che troverà risposta alla sua domanda o la soluzione al suo problema.
L’elemento umano è il fattore di garanzia.
Per arrivarci però è necessario superare lo stereotipo della pubblicità tradizionale dove non c’è spazio per le sbavature umane, ma solo per un modello di perfezione (che non trovava riscontro nella realtà).
È controintuitivo, ma ogni imperfezione e piccola incongruenza - tipica di un essere umano - certifica che siamo reali. Ed è questo che trasforma la nostra promessa in qualcosa di autentico.
Un principio che funziona specialmente per il marketing di professionisti e piccole imprese.
Umanizzare i prodotti
Oltre a mostrarci come esseri umani in carne ed ossa, possiamo umanizzare i nostri prodotti e servizi. Pensadoci bene, è quello che molti di noi già fanno nella quotidianità. Quanti hanno dato un nome alla propria auto?
Un elemento semplice come quello del nome, conferisce un tratto umano all’oggetto.
In questo modo, avremo più strumenti per raccontare le nostre attività quotidiane e trasmettere informazioni ai clienti, senza dover ricorrere per forza al protagonismo dell’io.
Come umanizzare i contenuti? (5 possibilità)
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Nomi: “battezza” prodotti, ma anche luoghi, oppure strumenti di lavoro e inserisci questi nomi nelle tue narrazioni popolando il tuo mondo professionale di elementi facili da identificare
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Emozioni: spiega cosa provano e come si sentono questi coprotagonisti perché un emozione rende umano anche un sasso (che ti ha colpito perché arrabbiato con te)
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Intenzioni: rendi le funzionalità di prodotti e oggetti premeditate grazie a un’intenzione
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Idee: rendi autori di alcune idee anche questi elementi, in modo pertinente puoi fare tutto (ad esempio: l’idea di stampare il volantino solo in bianco e nero è stata della stampante che ha deciso di bloccare la funzionalità della stampa colore)
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Elementi sensoriali: proprio come degli esseri umani oggetti e prodotti utilizzano i 5 sensi e tu devi solo raccontare quello che accade
NB sono soluzioni da utilizzare con il contagocce, ma inserite all’interno dei nostri contenuti hanno il potere di renderli molto più efficaci.
Da dove iniziare per umanizzare i contenuti?
Tra l’anonimato assoluto e l’umanizzazione di prodotti e servizi ci sono molti step intermedi. Quindi, non serve fare tutto subito. Prima dobbiamo farci riconoscere come esseri umani, poi possiamo lavorare per umanizzare gli oggetti che ci circondano.
Il risultato sarà quello di occupare uno spazio definito nella testa del cliente.
Uno spazio fatto di nomi e di storie, di protagonisti e di avvenimenti. Tutta roba legata al nostro lavoro e difficile da dimenticare.